Domande frequenti

Il palaghiaccio c’era ed è stato chiuso. Un motivo ci sarà stato…perché adesso se ne vuole un altro?

I motivi che hanno portato alla chiusura del vecchio impianto non sono legati, come qualcuno vorrebbe far credere, alla mancanza di domanda di ghiaccio e scarso utilizzo (si veda la sezione di questo sito inerente le società del ghiaccio bellunesi), ma ad una congettura di fattori. La struttura era stata costruita, secondo gli standard progettuali di allora, senza nessun criterio di sostenibilità energetica (isolamento  ecc.). Questo fattore incideva in maniera significativa sui costi di gestione, nonostante l’utilizzo dell’impianto fosse più che soddisfacente in termini di utenza. Ma non fu questo il vero motivo della sua chiusura, quanto invece l’interesse da parte di altre società sportive con un notevole peso politico per avere spazi in città.

A farne le spese furono le società del ghiaccio, prive di un portatore di interessi in giunta.

Dopo il fermo dell’ impianto dovuto a problemi alle serpentine, non seguirono i necessari interventi tecnici atti a rendere la pista di nuovo utilizzabile.

Ricordiamo solo come, all’ epoca, la società di volley Sisley Treviso manifestò la possibilità di trasferire le sedi delle partite a Belluno perché era rimasta senza stadio a Treviso.  A Belluno mancava però una struttura adeguata ad ospitare partite si seria A……. La struttura, come per incanto, saltò fuori e la compagine trevisana disputò qualche partita all’ ormai ex palaghiaccio. Per poi però tornare, poco dopo, in pianura.

Al di la delle considerazioni del passato, sono trascorsi 20 anni e le condizioni a contorno sono cambiate. Un nuovo impianto per il ghiaccio sarebbe quanto più lontano, in termini strutturali, dal vecchio palaghiaccio ed un bacino d’utenza di oltre 80.000 persone è più che sufficiente a garantirne la sostenibilità.

 

Perché costruire un nuovo palaghiaccio a Belluno quando in Provincia ce ne sono già altri ?

Gli impianti presenti in Provincia sono tutti raggiungibili da Belluno in un tempo superiore a 20 minuti di auto. Questo li colloca in bacini d’utenza diversi rispetto a Belluno. In termini pratici questo si traduce nel fatto che gli utenti del comune di Belluno e comuni limitrofi non pratichino, salvo qualche eccezione, in forma agonistica gli sport del ghiaccio o anche solamente il pattinaggio ricreativo. La città di Belluno, con il suo bacino d’utenza di oltre 80.000 persone (di gran lunga il più grande in Provincia rispetto alle altre strutture), è sostanzialmente esclusa quindi dalla pratica di queste discipline.

 

Gli altri impianti della Provincia di Belluno non sono quindi un’alternativa sostanziale alla mancanza di un palaghiaccio in città.

Per gli atleti, non sarebbe più semplice organizzare servizi di trasporto verso le strutture già esistenti piuttosto che costruire un altro impianto ?

Questa soluzione tampone è quella che stanno portando avanti alcune società sportive e rappresenta ovviamente “l’ultima spiaggia” in mancanza di altre possibilità.

 Proprio però analizzando questa esperienza possiamo affermare che essa non rappresenta una valida alternativa ad un impianto in città.

Vediamo di spiegare perché

Si considerino i tre impianti più vicini a Belluno ed i tempi medi di percorrenza che un pulmino che parte da Belluno impiega a raggiungerli.

Feltre  35-40 min

Zoldo (quando aperto) 40-45  min

Pieve di Cadore 40- 45 min

Un giovane atleta non automunito, bambino o ragazzo, impiegherebbe quasi un’ ora e mezza tra andata e ritorno solo per gli spostamenti tra il punto di raccolta e l’impianto. Aggiungendo mediamente un altra ora e mezza per un’allenamento, e un’ altra mezz’ora di tempi morti (spostamenti casa – punto di raccolta ecc)  il tempo complessivo che un’ atleta spenderebbe fuori casa per un’ allenamento sfiorerebbe le 4 ore. 

Queste tempistiche scoraggiano la maggior parte dei possibili giovani utenti che devono dedicare tempo allo studio

Si aggiunga poi che un servizio di trasporto di questo tipo incrementa non di poco il costo totale per la pratica sportiva e aggiunge il fattore deterrente costituito dal viaggio di giovani atleti in condizioni di manto stradale e traffico non sempre ottimali quali spesso si possono trovare

nella viabilità intervalliva bellunese specialmente durante i mesi invernali

Un impianto a Belluno non crea danno, in termini di concorrenza, agli altri impianti esistenti ?

 

Dall’analisi effettuata sui bacini di utenza degli impianti esistenti, che puoi trovare cliccando qui, si evince che non vi è pressoché sovrapposizione fra il bacino di utenza di un nuovo impianto situato a Belluno e i restanti impianti presenti in provincia. Ne consegue che un nuovo impianto a Belluno non sottrarrebbe utenza in termini significativi agli impianti contigui.

 

Molti stadi del ghiaccio sono in difficoltà con i costi di gestione (caro bollette). Non sarebbe così anche per l’impianto di Belluno ?

 

Il costo della bolletta elettrica è sicuramente una voce di spesa importante per il sostentamento di un’ impianto sportivo del ghiaccio.

Tuttavia tale costo può essere minimizzato adottando regole costruttive volte all’ efficientamento energetico. L’adozione poi di politiche gestionali 

mirate ad aumentare l’utilizzo della struttura anche nei mesi caldi fa si che la sostenibilità della struttura aumenti sensibilmente

Uno sfruttamento intensivo della struttura unito all’ offerta di attività economiche sussidiarie (bar ristorante, palestra, shop ecc) aiuta al mantenimento complessivo dell’impianto sportivo aggiungendo fonti di entrata aggiuntive a quelle inerenti le attività del ghiaccio.

Assurgere a modello le strutture attualmente esistenti in Provincia come esempio negativo di insostenibilià per un nuovo impianto a Belluno non è corretto sotto il profilo  analitico in quanto le strutture già esistenti sono in parte o del tutto viziate da fattori tecnici e ambientali (tipologie costruttive , bacino d’utenza ) che penalizzano la loro sostenibilià.

Un nuovo impianto a Belluno verrebbe progettato nell’ottica della pieno efficientamento energetico e potrebbe contare su un bacino d’utenza molto maggiore di quello a disposizione degli altri impianti

Per approfondire l’analisi tecnica delle strutture esistenti e comprenderne le criticità clicca qui.

Il cittadino bellunese non ha tradizione negli sport del ghiaccio !

 

Questa è una falsa affermazione. Quando i cittadini bellunesi hanno avuto la possibilità di praticare le discipline del ghiaccio lo hanno fatto, fondano società sportive ad hoc e frequentando per anni, fino alla sua chiusura (ufficialmente per problemi tecnici…) il palaghiaccio di Lambioi. Puoi visionare in merito l’archivio fotografico delle società bellunesi del ghiaccio.

Per quanto concerne la storia recente, ovvero quella inerente il periodo post chiusura dell’impianto, sfidiamo chiunque a sostenere che sia possibile creare la cultura e la tradizione di queste discipline in città  non potendole di fatto praticare !